I Core Web Vitals sono 3 metriche che valutano l’esperienza di un utente durante il caricamento di una pagina web. Queste metriche valutano la velocità con cui il contenuto della pagina viene caricato (LCP), quanto è instabile il contenuto durante il caricamento nel browser (CLS) e la velocità con cui la pagina Web può rispondere all’input di un utente (FID). Queste tre metriche verranno raggruppate insieme a Mobile Friendliness, Safe Browsing, HTTPS e Intrusive Interstitials in un segnale che Google chiama “Page Experience Signal“.

 

  1. LCP – Largest Contentful Paint: è la velocità con cui il contenuto della pagina viene caricato e si riferisce al momento in cui è stato caricato il suo contenuto principale. Secondo Google è una misurazione più semplice rispetto al DOM o al DOMContentLoad che esamina il tempo di rendering dell’immagine o del blocco di testo più grande visibile. La metrica peggiora se si una un’immagine di grandi dimensioni o uno sfondo video che impiega molto tempo a caricarsi, oppure se ha una grande quantità di JS o CSS che bloccano il rendering, o ancora se il sito è configurato con il rendering lato client.
  2. CLS – Cumulative Layout Shift: misura l’instabilità del contenuto durante il caricamento nel browser e si riferisce allo spostamento cumulativo del layout, ovvero a quante volte il contenuto della pagina viene spostato verso l’alto o verso il basso in conseguenza del caricamento di altri oggetti. Indica instabilità del layout, ed è misurato da un punteggio basato sulla somma di tutti gli spostamenti imprevisti del layout, che possono infastidire l’utente e peggiorarne l’esperienza
  3. FID – First Input Delay: è la velocità con cui la pagina Web può rispondere all’input di un utente. Quando l’utente assiste al caricamento di una pagina Web, di solito si aspetta che nel momento in cui vede un elemento visivo caricato (come ad esempio un pulsante, un’immagine o una barra di scorrimento) lo stesso sia immediatamente pronto per ricevere l’input. L’aspettativa dell’utente è quindi che può fare clic sul pulsante o scorrere la pagina verso il basso, anche se la pagina è ancora in fase di caricamento: ma se la pagina non risponde all’azione, non soddisfa tale aspettativa e genera un’esperienza frustante. Il primo ritardo di input (FID) aiuta a quantificare questa frustrazione in una metrica incentrata sull’utente. È importante notare che FID non misura il tempo di elaborazione dell’evento o il tempo necessario per apportare modifiche al layout della pagina o al contenuto, ma solo il ritardo nell’elaborazione dell’evento avviato dall’utente, dove nella realtà spesso è il browser che non può rispondere perché è impegnato ad analizzare un JavaScript di grandi dimensioni che controlla una funzione sulla pagina (mentre il browser sta caricando, non dispone delle risorse necessarie per eseguire listener di eventi che rispondano all’input dell’utente).